Data dell’articolo
27 Apr 2025
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27 Apr 2025
È stato detto tanto, è stato detto tutto, e tanti, tanti al suo funerale, tutti, proprio tutti. Questa parola, tutti, ricorre in questi giorni nelle citazioni di Papa Francesco, nei commenti sulla stampa, nell’omelia del Decano del Collegio cardinalizio Giovanni Battista Re che in continuità perfetta con il messaggio papale ha ricordato l’apertura della Chiesa al mondo intero. Tutti, una luminosa utopia, un mondo di pace: l’Enciclica Fratelli tutti scritta da Papa Francesco nell’anno della grande fragilità umana colpita dalla pandemia di Covid-19, pandemia che avrebbe dovuto accrescere la solidarietà e l’empatia e che invece ha visto accadere soprattutto nuove guerre; il messaggio induista Vasudhaiva Kutumbakam, “siamo una sola famiglia”, “tutto è sacro”, che oggi abbiamo l’onore di rappresentare con la delegazione dell’Unione Induista Italiana- Sanatana Dharma Samgha in questa giornata fitta di ricordi, di dolore ma anche di sorrisi perché tra le lezioni di Papa Francesco c’era anche questo.
Ringraziamo per questo invito il Dicastero per il Dialogo Interreligioso della Santa Sede e per la sua costante attenzione, in particolare, Mons. Michael Santiago. Quante occasioni di incontri abbiamo vissuto in questi anni! Papa Francesco era davvero vicino alle persone e aperto al dialogo, era accessibile, oltre che empatico, ironico, innovatore. Abbiamo condiviso molti suoi insegnamenti, in particolare la concretezza dei suoi messaggi e l’accento sull’azione, che nella tradizione induista, in quanto esperienza di vita, è molto più importante di qualsiasi retorica.
In questa luce ci ritroviamo, tutte le fedi qui riunite nell’ultimo saluto al Papa del dialogo e della speranza. Dio è Uno, basta guardarsi intorno per cogliere questa Verità assoluta. Tanti progressi sono stati compiuti sotto il Pontificato di Francesco, tanto lavoro comune, tanta più conoscenza reciproca e rispetto. Il dialogo interreligioso ha seminato e costruito vere relazioni di amicizia per contrastare le diffidenze e i conflitti nel mondo. Di questo lo ringraziamo e ci auguriamo che tale percorso prosegua e continui a produrre i suoi frutti.
Ad accoglierci oggi e guardarci dall’alto c’è la statua di San Paolo, ha la spada, simbolo di martirio e anche di profondità ed efficacia del messaggio divino. Sembra di vedere tanti legami tra noi pur nelle diversità. Anche la morte del Papa ha fatto riflettere per le tante coincidenze, per i tempi e i luoghi, e per il modo in cui si è preso cura dei suoi doveri fino all’ultimo. Domani, domenica, sarà la giornata di Giubileo per i giovani, a loro rivolgeva la raccomandazione di “camminare, camminare sempre” perché i giovani sono come l’acqua che se si ferma, diventa stagnante, si corrompe.
Alla cerimonia partecipano i potenti del mondo, a loro si rivolge la folla quando il Cardinale Re pronuncia le parole del Papa sulla guerra, che è solo distruzione, che è sempre una sconfitta. In questa giornata un accordo di pace sembra davvero realizzabile, sembra un desiderio troppo forte per essere ignorato, non solo una collettiva illusione. Ponti e non muri, accoglienza echeggiano tra gli applausi.
E ci sono i canti, gli inni gregoriani che accompagnano la cerimonia. Niente come la musica, il suono sacro, può smuovere l’anima. Si dice che la bellezza e l’arte possono salvare il mondo. Anche questa sensibilità era nel cuore di Papa Francesco. E nel nostro.
Grazie Papa Francesco
Di Lilamaya Devi – Stefania Plini
Unione Induista Italiana – Sanatana Dharma Samgha