FESTIVITÀ

Guru Purnima

21 Luglio 2024

È una festa spirituale che viene celebrata nel mese di Ashada (giugno-luglio) dai discepoli che seguono un cammino spirituale sotto la guida di un maestro.

In questo giorno viene celebrato il saggio Vyasa, il mitico maestro che trasmise la sacra conoscenza dei Veda ai suoi discepoli per il bene dell’umanità.

Sulle rive del fiume Yamuna, un pescatore trasportava i passeggeri da un sponda all’altra del fiume. Un giorno, dopo una buona pesca, sventrando un enorme pesce, trovò due neonati: un maschio e una femmina. Il pescatore andò dal re a chiedere spiegazioni, il quale rispose che era una nascita particolare frutto di intrighi tra gli dei. Il maschio visse con il re finché non diventò re dei pesci. La fanciulla, che fu allevata dal pescatore, a causa della sua nascita, odorava di pesce. Chiamata Kali (scura di pelle) o Matsyagandhi (colei che odora di pesce), in seguito ricevette il nome di Satyavati. Ella cresceva splendida e con molte doti morali, a volte aiutava il padre a traghettare i passeggeri sulla zattera. Un giorno mentre il padre stava riposando, arrivò un rishi, Parasara, il quale doveva attraversare il fiume e appena vide Satyavati se ne innamorò. Satyavati lo accompagnò sull’altra sponda. Durante il tragitto, il rishi fu travolto dall’improvvisa passione per la ragazza la quale, temendo una maledizione del rishi, non oppose resistenza. Egli creò in mezzo al fiume un’isola artificiale circondata da una fitta nebbia, dalla quale, rapiti dall’ebbrezza dell’amore, furono avvolti. Il rishi, con grande gioia della ragazza, grazie ai suoi poteri, sostituì l’odore di pesce che lei emanava con un delicato profumo di muschio ed esclamò: “Ora puoi tornare nel tuo mondo, ma qui partorirai un figlio che sarà un grande rishi”. Ella partorì un figlio il quale divenne immediatamente adulto, con un aspetto forte, vigoroso. Rivolgendosi alla madre, disse con tono rassicurante: “Vai, non ti preoccupare per me. Quando avrai bisogno pensami ed io arriverò subito in tuo aiuto”. Vyasa si allontanò e iniziò così nella foresta la sua lunga vita di tapas, meditazioni e offerte.
(“Sri Vidya anno I n. 2)

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